Shared kitchen la semplicità dietro ogni rivoluzione

Ogni cammino rivoluzionario ha il suo inizio da un piccolo gesto di volontà. Il passo d’avvio per inseguire tutti i sogni possibili, e quelli che paiono anche irraggiungibili ad una prima osservazione. In un mondo in continua evoluzione come quello della ristorazione, le idee innovative non possiedono mai briglie, a patto che ci sia chi offre l’opportunità giusta, chi spende il proprio ingegno per agevolare il lavoro di tutti i sognatori. Shared kitchen è sinonimo di cambiamento, progettualità e tanto altro. Shared kitchen significa “cucina condivisa”. Non solo una banale perifrasi, ma una sorta di locuzione che regge benissimo, da sé, il profondo concetto insito in lei. Nelle sue due piccole parole. Nel lavoro grande che sta dietro le quinte, che coinvolge persone con una prospettiva di futuro e impresa reali. Per non farsi sfuggire la possibilità di sviluppare un brand, arricchire il mercato, seguire e modificare, perché no, le tendenze con le proprie creazioni. In un mercato che lascia sempre spazio a chi ha voglia di fare ed entusiasmo da spendere.

Shared kitchen perchè

  • Un primo punto a favore delle cucine condivise è il risparmio economico: la formula di noleggio a turni è garanzia in tal senso, le spese limitate all’affitto altrettanto;
  • la tempistica di avvio del progetto, in virtù delle caratteristiche principali di una shared kitchen, è sempre breve, in linea con le esigenze espressive e di ingresso nel mercato immediate;
  • le formule contrattuali possono limitare i rischi in caso di scarso successo;
  • la sperimentazione trova accessibilità nel concetto stesso di laboratorio dove esprimere la propria arte culinaria.

Opportunità per molti

  • Una cucina condivisa è un’opportunità per chi affronta difficoltà e trova oramai impossibile proseguire il proprio cammino commerciale attraverso antiche tracce, forse superate dal corso degli eventi;
  • condividere non è segno di fallimento, ma accettazione della fallibilità dell’essere umano (concetti ben diversi), dimostrazione di consapevole e saggia umiltà che apre orizzonti nuovi, imprevedibili;
  • tanto è vero che i soggetti a cui il progetto “cucine condivise” è rivolto sono sia ristoratori indipendenti, sia piccoli brand con ottime idee, difficilmente realizzabili quando e perché prevedono investimenti copiosi: tutti quelli relativi alla creazione di un ristorante partendo dalle sue fondamenta.

Shared kitchen le caratteristiche essenziali

  • L’ambiente di lavoro non si sviluppa in ampiezza, si tratta infatti di piccoli laboratori;
  • potremo quantificare le dimensioni come indirettamente proporzionali alla spinta passionale che sta alla loro base;
  • l’allestimento strutturale e la predisposizione dei servizi in comune spetta al soggetto/società che si fa carico di fornire tale servizio;
  • il commercio ristorativo avviene unicamente attraverso il servizio a domicilio;
  • l’utilizzo delle migliori tecnologie applicative e di fornitura idonee indirizza e connatura il rapporto con la clientela;
  • rapporto di fidelizzazione che diventa fondamentale per fare in modo che il proprio progetto si inserisca da vincente in un panorama ad alta competitività.

Non è la ricchezza che manca nel mondo, è la condivisione.

(Proverbio cinese)